Turismo in camper: infrastrutture, inclusione e opportunità per i territori
Il turismo itinerante in camper continua a vivere una fase di forte espansione in Italia: come abbiamo scritto nell’articolo Turismo in camper: impatto economico, usato e customizzazione, sono cresciuti senza sosta la domanda, le immatricolazioni, l’interesse verso il camper usato ben attrezzato e la customizzazione, ma emerge ora con forza un’esigenza nuova: infrastrutture adeguate che siano di qualità, per sostenere tutto il comparto e moltiplicare gli effetti sulle comunità locali.
Questo sviluppo non è solo una questione di comfort per i viaggiatori, ma rappresenta una concreta opportunità di investimento locale, che può rafforzare territori, creare lavoro, migliorare l’offerta turistica e favorire la destagionalizzazione.
Aree Attrezzate di Qualità: cosa serve davvero
Per rispondere alla crescente domanda del turismo all’aria aperta, le aree sosta non possono più bastare così come sono. Oggi serve una proposta che vada oltre le piazzole di scarico, che includa:
- Ovviamente colonnine di allaccio corrente elettrica per camper, van ma anche di ricarica elettrica per i mezzi camperizzati EV vista la crescente attenzione verso la mobilità sostenibile;
- Connettività Wi-Fi ad alta velocità, indispensabile per chi viaggia anche per lavoro, vive itinerante, o semplicemente vuole restare connesso;
- Servizi di lavanderia, non solo per soggiorni medio-lunghi perché le esigenze, come gli inconvenienti in viaggio sono sempre molteplici;
- Bagni e docce confortevoli, zone relax, sicurezza, gestione delle acque reflue, raccolta differenziata;
- Spazi comuni curati, illuminazione, aree per famiglie o spazi per bambini.
Queste caratteristiche trasformano un’area di sosta tradizionale in un’area attrezzata premium, che può servire non solo i camperisti “basic” ma anche chi cerca esperienze più curate, più comfort, e che paga volentieri di più per questo.
Evoluzione del Glamping: soluzioni ibride che attirano
Un fenomeno interessante è la fusione tra glamping e turismo in camper: strutture ibride che offrono piazzole per camper (o aree attrezzate) con servizi tipici del lusso leggero o del comfort “glamping”.
Esempi italiani mostrano già questa tendenza: campeggi/glamping che includono piazzole “premium” vista mare, servizi extra come centri wellness, piscine, attività outdoor, ristorazione gourmet. Queste soluzioni attraggono una clientela disposta a spendere di più per una vacanza immersa nella natura, ma senza rinunciare a comfort, qualità dei servizi e, non di rado, estetica.
Questa evoluzione rafforza l’importanza per i territori di non solo offrire piazzole ma proporre esperienze, elevando la qualità dell’offerta per ampliare il bacino di utenza, anche estero.
Bando del Ministero, opportunità e limiti reali
Uno dei tasselli più concreti di questa spinta infrastrutturale è il bando del Ministero del Turismo:
- Sono state stanziate 25,7 milioni di euro per creare o ristrutturare 4.400 piazzole in 170 comuni italiani.
- Il bando ha visto 237 proposte presentate, di cui 152 selezionate.
- La distribuzione dei fondi è stata: ~28,5% Nord, ~28,2% Centro, ~43,3% Sud e Isole.
Si prevede che l’intervento genererà ricavi annuali nella fase di gestione per circa 267 milioni di euro, mentre l’impatto economico totale (diretto, indiretto e indotto) a lungo termine supererà i 373 milioni di euro.
Tuttavia, non tutti gli enti locali e i Comuni aventi diritto hanno sfruttato appieno queste opportunità. Alcuni hanno presentato progetti, ma non in numero sufficiente o con qualità progettuale tale da farli passare la selezione; altri Comuni non hanno nemmeno presentato domanda, per mancanza di risorse tecniche, conoscenza del bando, o difficoltà burocratiche. Questo significa che parte del potenziale di quei finanziamenti resta inutilizzato o poco sfruttato.
Impatto sui Comuni e flusso di spesa distribuito
Quando un Comune investe in un’area di sosta accogliente, ne beneficia su più fronti:
- Anche se il turista dorme nel suo camper, la sua spesa non si limita al pernottamento: ristoranti, gelaterie, negozi di prodotti tipici, soste per spesa o carburante, visite a musei, eventi locali. Questo genera reddito per le attività locali.
- Il turismo itinerante porta visitatori in borghi rurali o zone fuori dai grandi flussi turistici, favorendo coesione territoriale e opportunità di sviluppo per Comuni piccoli.
- Le aree attrezzate ben posizionate e con servizi possono incentivare soggiorni più lunghi, soprattutto nei mesi meno caldi, amplificando il ritorno economico locale.
Destagionalizzazione: viaggiare tutto l’anno
Una delle grandi potenzialità del turismo in camper è che non è vincolato alla stagione estiva:
- I viaggi invernali, autunnali o primaverili diventano possibili coi comfort giusti a bordo: riscaldamento, isolamento, acqua calda, luci, magari con accesso a servizi locali.
- Località che normalmente sperimentano un turismo debole fuori stagione — collina, borghi interni, aree rurali — possono guadagnare flussi costanti, garantendo reddito anche in mesi tradizionalmente dormienti.
- Questo porta anche a un uso più sostenibile delle infrastrutture già esistenti, riducendo i picchi di congestione estiva e distribuendo meglio la pressione sulle risorse ambientali e sui servizi locali.
Flusso di spesa distribuito: una distribuzione più equa della ricchezza turistica
Il turismo in camper contribuisce a distribuire la spesa in modo molto più capillare rispetto al turismo tradizionale:
- Viaggiatori mobili che ogni giorno cambiano tappa, si fermano in aree piccole o meno conosciute.
- Spesa quotidiana: carburante, generi alimentari, prodotti locali, artigianato, attività outdoor, manutenzione del mezzo.
- Comuni che non hanno grandi strutture alberghiere possono ottenere benefici anche da pochi camperisti ben distribuiti nel territorio, se le aree sosta esistono.
In un’Italia fatta di borghi e zone rurali, questa distribuzione del reddito turistico rappresenta un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, in cui anche i territori meno noti trovano una nuova linfa economica.
Il camper come risorsa sociale
Molti camperisti lo sanno bene: il camper è un alleato insostituibile per chi deve affrontare periodi di ricovero o terapie ospedaliere, sia come paziente sia come familiare accompagnatore.
Disporre di un mezzo vicino all’ospedale permette di:
- restare accanto ai propri cari senza dover sostenere costi elevati di alloggio;
- evitare lunghi spostamenti quotidiani e gestire i tempi delle cure in modo più flessibile;
- avere un punto di riposo privato e confortevole, indispensabile nei periodi di stress emotivo o fisico.
Una rete di aree di sosta attrezzate nei pressi degli ospedali – dotate di servizi igienici, punti acqua, elettricità e connessione Wi-Fi – sarebbe un grande passo avanti per il sostegno alle famiglie e agli accompagnatori di pazienti, soprattutto nei grandi centri sanitari e nei poli pediatrici.
Disabilità motoria e accessibilità
Il camper può essere anche una soluzione di mobilità inclusiva per persone con disabilità motoria.
Molti modelli vengono oggi adattati con pedane elettriche, spazi ampliati e sistemi di ancoraggio per carrozzine, consentendo di viaggiare in piena autonomia.
Avere aree attrezzate accessibili è fondamentale per garantire la piena partecipazione di tutti al turismo itinerante, trasformando il viaggio in camper in un’esperienza senza barriere.
Disabilità invisibili: il valore del “posto sicuro”
Esiste però un’altra dimensione, spesso meno visibile ma altrettanto importante: quella delle disabilità invisibili, come i disturbi dello spettro autistico o le difficoltà sensoriali e cognitive.
Per molte famiglie, il camper rappresenta un ambiente familiare, stabile e prevedibile, un “posto sicuro e conosciuto” che aiuta la persona con autismo a mantenere il proprio equilibrio anche durante gli spostamenti.
Viaggiare in camper significa poter affrontare il mondo esterno senza rinunciare ai propri spazi, ai propri ritmi, ai propri oggetti.
Per i genitori, vuol dire conciliare le esigenze di terapia o day hospital con momenti di serenità e normalità; per chi vive una condizione di neurodivergenza, vuol dire esplorare e socializzare gradualmente, senza sentirsi esposti o disorientati.
Promuovere una rete di strutture ricettive inclusive e diffuse – capaci di accogliere anche chi ha esigenze speciali – non è solo un atto di civiltà, ma un investimento nel valore umano e sociale del turismo in libertà.
Infrastrutture, inclusione e visione per un futuro sostenibile
Il turismo in camper non è solo una tendenza, ma una risorsa strategica per il Paese. Rappresenta un modello di sviluppo sostenibile, capace di unire economia, ambiente e coesione sociale.
Perché questa crescita continui, servono tre ingredienti fondamentali:
- Infrastrutture di qualità, con aree attrezzate moderne ed inclusive, servizi digitali, colonnine di ricarica per veicoli elettrici e spazi pensati per ogni tipologia di viaggiatore.
- Collaborazione tra pubblico e privato, per sfruttare al meglio i fondi disponibili, sviluppare reti di aree di sosta diffuse e gestire le strutture in modo efficiente e inclusivo.
- Promozione della destagionalizzazione, per distribuire i flussi turistici durante tutto l’anno, garantendo benefici economici continui ai territori e un impatto ambientale più equilibrato.
Possiamo certamente affermare che le aree di sosta e le formule di glamping, insieme ai campeggi e alle strutture esistenti, rappresentano il futuro del turismo sostenibile italiano: un turismo capace di generare valore, lavoro e benessere, mantenendo intatto lo spirito di libertà – per tutti – che solo il viaggio in camper sa offrire.


